Un lotto assai particolare, lungo e stretto, nel quartiere Salario a Roma, ha condizionato l’architetto Giulio Peguiron che nel 1934 ha progettato questa caratteristica palazzina, addossata per uno dei lati lunghi interamente all’edificio adiacente, per lasciare lo spazio ai due giardini condominiali che garantiscono luce ed aria agli appartamenti.
Oggi l’edificio alle spalle fa parte del complesso del Macro e sono partita da questa peculiarità per il progetto di riqualificazione dell’appartamento situato al piano terra.
La configurazione planimetrica allungata era esasperata dalla presenza di un corridoio piuttosto stretto da cui si aveva accesso successivamente ai vari ambienti: camera, cucina, bagno, seconda camera.
Attraverso una demolizione controllata ma totale dei tramezzi, che ha consentito di bonificare il solaio di calpestio, che presentava evidenti problemi di umidità, mediante l’applicazione di intonaco risanante e deumidificante e la realizzazione di passaggi d’aria naturale , è stata completamente modificata l’organizzazione distributiva ottenendo un risultato più razionale ed armonioso e consentendo anche la realizzazione di un secondo bagno.
Fin dalla prima idea di progetto la parete di confine col Macro, interrotta ad intervalli regolari dai pilastri strutturali, è stata trattata come una grande superficie espositiva, come se il museo proseguisse nella casa.
L’illuminazione è stata studiata per evidenziare il carattere espositivo e nel contempo per recuperare la direzione longitudinale del vecchio corridoio, ridotto, nella nuova planimetria, a meno della metà della sua lunghezza originaria.
La cucina è separata da pareti trasparenti con effetto vedo/non vedo mediante adesivi a motivi geometrici che riprendono quelli originali delle parti metalliche del palazzo (inferriate, cancello, portone).
Stessa soluzione è stata trovata per il vano tecnico destinato a lavatrice ed asciugatrice, che grazie all’illuminazione proveniente dall’interno diviene un pozzo di luce artificiale, punto di snodo fra corridoio distributivo e disimpegno della zona notte.
Particolare cura è stata prestata nello studio del colore funzionale per dare vitalità agli spazi che, essendo a piano terra, non sempre ricevono un’adeguata illuminazione naturale.