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panoramica s chiara
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Colore e luce nel sacro contemporaneo

Progetto di riqualificazione cromatica e illuminotecnica della chiesa di Santa Chiara ai Giuochi Delfici in Roma

La realizzazione del progetto cromatico e luminoso della Chiesa di Santa Chiara ai Giuochi Delfici in Roma, nasce dall’esigenza dei ministri di culto di eliminare la sensazione monotona e ipostimolante percepita dal presbiterio, durante le funzioni.
A tale sensazione negativa partecipava in modo sensibile l’insufficiente illuminazione sull’area assembleare, oltre a quella banale e piatta sull’ampio ciclo pittorico.

La chiesa a pianta circolare fu progettata nel 1959 dall’architetto Alberto Ressa e traduce le caratteristiche della chiesa paleocristiana di Santo Stefano Rotondo al Celio, in termini lineari e moderni. La ricca policromia del ciclo pittorico dell’artista
spagnolo Mariano Villalta Lapayes rendeva più evidente lo squilibrio con la ruvida semplicità del fronte opposto, caratterizzato da un setto curvilineo avanzato, dotato di due portali di ingresso laterali e uno centrale.

Nel 2019, in occasione dei lavori di restauro degli affreschi, si è pensato di intervenire anche sull’architettura, attraverso l’uso funzionale del colore e della luce.  Lo studio del colore si è posto l’obiettivo di individuare e calibrare luminosità
cromatiche diverse, in cui emergesse l’asse simbolico centrale tra l’affresco e il setto di ingresso opposto. Quest’ultimo doveva essere sottolineato con un colore che bilanciasse con forza e dignità le policromie artistiche, prendendone a prestito
una delle sfumature dominanti, già utilizzata in nuance similare sulle pareti esterne dell’edificio. L’ artificio cromatico ha portato all’interno della Chiesa la “piazza laica”, con esplicito significato di accoglienza e riferimento alla funzione originaria del
tempio cristiano.
Gli aspetti emozionali sono stati affidati alla luce artificiale, supportata dall’illuminazione naturale diurna, caratterizzata dalla scansione geometrica di aperture sulle pareti perimetrali e sul tamburo superiore, che simboleggiano la
croce.
Il ruolo dell’altare, offuscato dalla dominanza dell’affresco, è stato riportato in primo piano, secondo le indicazioni della Commissione per la Liturgia.
Per l’area assembleare, infine, sono stati mantenuti i corpi illuminanti in ferro battuto, riqualificando le caratteristiche illuminotecniche con una calibrata enfasi luminosa, evocatrice di sostegni visivi emozionali.

Il Prof. Arch. Giovanni Carbonara, Medaglia d’Oro di Benemerito della Cultura e dell’Arte della Repubblica Italiana 2008, insignito dell’ICCROM Award for the biennium 2016-2017, e del “Prix de l’Académie d’Architecture de Paris” del 2020,
ha coordinato l’intervento di restauro nel 2019, caratterizzato dal restauro degli affreschi, a cura di Koinè Conservazione Beni Culturali Scrl, e dal progetto illuminotecnico.

Progetto realizzato con ERCO Individual
Lighting design collaborazione con Massimiliano Palmieri – arch. Marta Palmieri
Foto e video Marcela Schneider Ferreira @hashtagitaly